Profilo esistenziale e professionale
Sono figlio di siciliani emigrati in Svizzera, unico della famiglia rimasto in Italia per poter studiare. Ho conseguito la maturità classica ad Alba, capitale delle Langhe. Quindi mi sono trasferito a Padova, dove per alcuni anni ho girovagato fra Psicologia e Biologia (studi non conclusi), per approdare infine a Fisioterapia. La mia esperienza come fisioterapista si è orientata presto in direzione della formazione, dato che a inizio degli anni ’90 cominciava quel processo di rinnovamento del percorso di studi che nel giro di un decennio circaavrebbe portato all’istituzione del corso di laurea. Ho vissuto tutto quel periodo di trasformazione del percorso di studi con il ruolo di docente e tutor presso il Corso di diploma e poi di laurea in Fisioterapia. Un periodo fecondo in cui mi sono formato come formatore sul campo. Nel frattempo il mio percorso di aggiornamento professionale si orientava ai diversi metodi di terapia manuale, e all’ottenimento del diploma di osteopatia.
Dal 2014, dopo essermi staccato dall’Azienda ospedaliera di Padova e dalla gestione del corso di laurea in Fisioterapia, sono diventato libero professionista, dedicato a tempo pieno all’esperienza terapeutica. Ritengo questa la mia vocazione primaria da cui parto e a cui torno sempre, che mi chiama, mi centra e mi radica nell’esperienza. Una necessità imprescindibile per chi, come me, ha vissuto nel segno del girovagare senza punti di riferimento stabili territoriali e culturali.
Altri interessi: la corsaela musica. La corsa lenta che pratico attualmente è un momento privilegiato di meditazione e uno scrigno di scoperte del corpo vivente.Prediligola musica antica e barocca, ho il diploma di teoria e solfeggio, e ho esperienze di pianoforte e canto. Insoddisfatto delle esperienze corali, sono attualmente in cerca di un piccolo ensemble vocale, in cui sia possibile praticare l’ascolto e sperimentare la vocalità.
Questo mio profilo esistenziale girovagante mi ha condotto nel tempo a non circoscrivere le iniziative formative sull’esperienza corporea al ristretto ambito riabilitativo. Non perché il mestiere di riabilitatore non sia fra i più belli al mondo, ma perché ritengo la riabilitazione una scienza di frontiera, aperta agli incontri con altre prospettive. E i piccoli mondi chiusi, settoriali e specialistici mi stanno un po’ stretti.
Ambiti d’interesse
Sono un lettore compulsivo, a rischio di disperdermi in uno spettro di interessi disparati e a volte apparentemente opposti. Ma nell’età matura ho identificato una prospettiva privilegiata, quella fenomenologica, grazie alla quale posso vivere la varietà d’interessi come tessiture di un’esperienza aperta, capace di generare ed esplorare la fecondità di temi esistenziali radicali.
Il mio ambito d’interesse generale è quello dell’esperienza terapeutica considerata in una prospettiva fenomenologica. Ciò comporta l’adozione di una prospettiva privilegiata innanzitutto il carattere somato-estetico dell’esperienza, ossia come si vivono sensitivamente ed emozionalmente i percorsi di malattia e di terapia. Alcuni concetti-chiave di questo orientamento sono il corpo proprio e situato, la percezione delle qualità espressive, la qualità sintonica della relazione intercorporea.
Percorsi di ricerca
Un percorso di ricerca su cui lavoro già da parecchi anni è quello delle Forme gestuali, modo di concepire l’esercizio terapeutico come esperienza estetica del corpo vivente in relazione con il proprio spazio di esperienza. Un’esperienza estetica che apre inoltre al senso etico e simbolico della corporeità. Da tale percorso sono nati i libri Il gesto terapeutico, e Il sentire espressivo (editrice Cleup, Padova).
Un altro percorso di ricerca per certi versi complementare è quello dell’analisidei testi di esperienza. L’intento fondamentale di questo percorso, che si situa nell’ambito della ricerca qualitativa, è quello di dare voce all’esperienza corporea, innanzitutto mediante un linguaggio dell’esperienza che si liberi dalle pastoie del linguaggio tecnico-scientifico, e in secondo luogo ideando delle modalità di analisi dei testi esperienziali capaci di mettere in luce e valorizzare i temi dell’esperienza incarnata. Ultimo progetto di quest’ambito su cui lavoro attualmente è quello dell’analisi per cellule situazionali.
Ultimo percorso di ricerca in ordine di tempo, al quale mi sto dedicando sistematicamente in prima persona e nell’esperienza con i pazienti, è Pneumestetica, intesa come esperienza somatica del respiro ed esperienza respiratoria del corpo. Un percorso esplorativo che permette di tracciare una fitta rete di relazioni strutturali nel corpo vivente, e relazioni simboliche basilari con lo spazio dell’esperienza. Spero a breve di poter dare alle stampe il testo di questo percorso.
L’idea di ricerca sottesa a questa varietà di ambiti è quello della ricerca esperienziale, intesa come modalità, all’interno della ricerca qualitativa, che pone l’esperienza incarnata come principio ispirativo e criterio metodologico per il processo di ricerca. Un primo tentativo di espressione della ricerca esperienziale è stato il libro Formarsi nella cura terapeutica (Cleup, Padova), scritto insieme a un nutrito gruppo di colleghi.