Incontro Ca’Roman 2013

Il gesto richiede innanzitutto di essere vissuto come flusso significativo di sensibilità ed emozionalità nel sentire corporeo diretto.
Ma il gesto umano ama trascendersi, al di qua e al di là rispetto al momento stretto del suo accadimento.
Esso ama essere pensato, preparato, mirato, fantasticato.
E ama anche essere custodito nella memoria, essere richiamato per una riflessione o una riproposizione o una comunicazione.
Esso rivela e riunifica costantemente la realtà del corpo proprio e la realtà del mondo verso cui si affaccia.
Qualunque sia la forma di trascendenza considerata, il gesto chiede di tradursi ed esprimersi in parole che lo veicolino e lo rendano disponibile alla riflessione nella forma del dialogo intra-soggettivo e inter-soggettivo.
Anche se la stessa parola, consapevole dei propri limiti di rappresentazione, è destinata a rimanere uno schizzo circondato da un alone di senso non detto, questo, grazie alla parola, si rende sempre accessibile e coltivabile.

(presentazione dell’incontro di Ca’Roman 21-22 settembre 2013)