Verso una scienza dell’esperienza
La riabilitazione attuale, stretta nella morsa obbligante dell’aziendalismo e dello scientismo, è in crisi morale ed esistenziale, oltre che di risultati, proprio quei risultati che essa insegue affannosamente per legittimarsi socialmente. In mezzo a questa crisi noi ri-abilitatori, orientati a riscoprirci come ri-abitatori del pathos corporeo e del suo spazio-tempo di vita, stiamo esplorando nuove ispirazioni, sensibilità, pratiche e riflessioni, per ricondurci a quell’esigenza tutta umana di radicarsi nell’esperienza vitale, fonte genuina di ogni riabilitazione. E collocandoci in questa esperienza, siamo consapevoli che la riabilitazione è destinata per sua natura a essere una scienza fragile, perché fragile è la condizione umana incarnata di cui essa si occupa. Ma allo stesso tempo questa fragilità autentica è la sua vera forza.
Il nostro convegno è il primo tentativo pubblico che mira a riaprire, per i riabilitatori, la possibilità di una ricerca esperienziale come prospettiva metodologica propria di un sapere incarnato della riabilitazione. Le parole chiave di questo convegno sono “formazione”, “cura” e “terapia”. Prese separatamente, come si fa nelle istituzioni che disciplinano la riabilitazione, esse risultano già definite e ovvie, e sembrano non aver niente di nuovo da dirci. Ma se riusciamo a ravvivare il calore della tensione e dello spessore che esse covano sotto le ceneri spente dell’abitudine, possiamo riconoscerle come forme dello stesso processo di trasformazione del vivente. E l’esperienza non avrà più interesse a farsi specialistica, ma integrale, nella misura in cui formazione, cura e terapia si cercano, si richiamano e si sostengono l’una con l’altra nei vari contesti di vita dell’uomo.
Volendo farci contagiare dal calore di questi temi essenziali per la riabilitazione, il nostro non sarà un convegno di idee astratte o di ipotesi verificate, ma un campo somatico, un concreto con-venire con tutta la tensione somato-cognitiva e affettivo-morale di cui siamo capaci, per farci colpire dalle suggestioni dell’evento, dagli scambi delle ricerche esperienziali, dalle dinamiche dei laboratori, e dalle suggestioni che ci sfidano. Partecipare equivale a coinvolgersi nell’evento, e a co-generare la novità dell’evento.