L’esperienza terapeutica riabilitativa si fonda su un’evidenza primaria che si vive direttamente a livello corporeo: un corpo che sulla propria pelle sente, soffre, conosce, coglie ed esprime il valore delle cose, offre e riceve atti di cura per sé e per il proprio ambiente di vita. Nei fenomeni di questo corpo sofferente troviamo i contenuti essenziali su cui è possibile aprire una prospettiva riabilitativa, caratterizzata come stile di pensiero e di azione originali. Senza questa evidenza primaria ogni altra evidenza secondaria, compresa quella scientifica, è destinata a sbiadire e a perdere senso.

Il progetto “Il Gesto terapeutico” mira innanzitutto a cogliere sensibilmente le evidenze fenomeniche del corpo sofferente, emancipato dalla metafora riduttiva del corpo-macchina. Il movimento sintomatico, impedito, inadeguato, incontrollato della condizione patologica, viene ricondotto al proprio senso di essere sempre un gesto situato in una struttura integrale di relazioni. Queste relazioni si tracciano e si intrecciano come linee di coordinazione intracorporea, e come prospettive esplorative verso il proprio ambiente di vita. Ma nel corpo sofferente tale struttura di relazioni risulta in varia misura ostacolata, impedita, deformata.

Compito dell’esperienza terapeutica è quello di riconnettersi con la problematicità di tali relazioni, riaprendo le possibilità di un cambiamento di senso. Tale cambiamento, attraversando le strutture anatomiche alterate e i sistemi coordinativi disfunzionali, riguarda sempre i gesti della persona riferiti al suo campo di esperienza.Il metodo del Gesto terapeutico è quello fenomenologico dell’esplorazione sensibile e della riflessione tematica, che si realizzano con l’analisi somestesica dei vissuti intracorporei, e con un’attenzione privilegiata alle qualità espressive del corpo. Questo metodo di indagine e terapia si applica nell’ambito dell’esercizio terapeutico e della terapia manuale, riscoperti e valorizzati nelle loro potenzialità radicali.