Progetto formativo “Il Gesto Terapeutico”

È attivato a partire dall’autunno 2015 il progetto formativo “Il Gesto terapeutico”, una nuova prospettiva di esperienza terapeutica riguardante le sofferenze a carico delle diverse regioni del sistema di movimento. La novità della prospettiva consiste nel considerare gli atti terapeutici (la terapia manuale, l’esercizio terapeutico) come esperienze somestesiche capaci di risvegliare qualità estetiche che l’incuranza e la sofferenza hanno inibito. Il processo di risveglio somatico diviene fonte di scoperte significative e di cambiamento terapeutico radicale, ancor prima di riferirsi alle patologie cliniche solitamente considerate.
Coerentemente a questa prospettiva, gli atti di terapia manuale non sono considerati “tecniche”, ma dinamiche intercorporee. E gli esercizi abbandonano il carattere strumentale di rinforzo, controllo, allenamento, per divenire  Forme gestuali, ossia esperienze somatiche di qualità somestesiche con cui il corpo riscopre e rinnova la propria intrinseca coordinazione integrale, e insieme la relazione solidale con lo spazio proprio.
L’esperienza terapeutica con il paziente si caratterizza inoltre per una pedagogia della formazione somestesica, caratterizzata da strategie esplorative aperte, per  l’apprendimento sensomotorio secondo processi di risveglio e coordinazione spontanei anziché imbrigliati dal controllo motorio. L’adattamento alle esigenze delle specifiche patologie consegue alle forme dell’esperienza, anziché esserne la premessa. Ne deriva un processo terapeutico aperto e creativo, pur senza perdere di vista le esigenze cliniche.
Questo è l’orientamento fenomenologico che permette di incontrare il paziente nello specifico della sua sofferenza e del suo bisogno di salute, e quindi di sviluppare un’esperienza terapeutica originale anziché omologata a protocolli astratti. Ci situiamo così nel cuore pulsante della Riabilitazione somatica, che riscopre la propria originalità di disciplina necessariamente e sistematicamente incarnata nel sentire corporeo, e dotata di una propria filosofia e pedagogia dell’esperienza, come precondizione per instaurare un fecondo dialogo ad ampio spettro con le altre discipline mediche e umanistiche.
I primi corsi del progetto riguardano le condizioni cliniche dell’arto inferiore. Il primo corso è propedeutico al secondo.

Corso: “Il risveglio dell’arto inferiore” (20-22 novembre 2015).
L’arto inferiore è il luogo del corpo deputato al contatto diretto con il suolo, per garantire l’equilibrio e attivare gli spostamenti nell’ambiente. Esso è il tramite fra noi e la terra, e come questa rappresenta lo sfondo ambientale delle nostre esperienze, così anche l’arto inferiore finisce per diventare lo sfondo lontano della nostra esperienza corporea: conosciamo le sue utilissime funzioni, ma non sentiamo più la sua viva presenza. Quando sia stato soggetto a trauma o usura, non sappiamo chiedergli altro che di recuperare forza ed efficienza. Nella diffusa metafora del corpo-macchina, l’arto inferiore è la parte corporea che più sembra prestarsi e adeguarsi al ruolo di una macchina abitata da forze e disabitata dalla coscienza.
A motivo di questa condizione di alienazione dalla propria natura vivente, l’esperienza terapeutica si deve dare il compito di porre a tema primario il risveglio del sentire dell’arto inferiore nelle sue intrinseche qualità tonali, oltre che nelle sue relazioni primarie con la terra e con gli altri luoghi del corpo. Questo risveglio farà innanzitutto i conti con i sintomi, le distonie e le disestesie radicate, le tensioni sorde e i cedimenti acuti di luoghi corporei incapaci di sostenere sensibilmente il ruolo di sostegno loro affidato. L’esperienza della terapia manuale e delle forme gestuali è un percorso di cambiamento che si attiva a partire dalle qualità somestesiche ed espressive del corpo, e dalla relazione sensibile e solidale con il proprio ambiente di vita.

Contenuti generali del corso: 1. GT risveglio arto inferiore